Associazione Nazionale Alpini
Sez. Bolognese – Romagnola
Gruppo di Forlì
Sede Sociale: Via Gabicce, 5 – 47121 – Forlì

Consiglio Direttivo

Capogruppo – Rapp. con la Sezione

Vice Capo Gruppo – Rapp. Istituzioni

Segretario e Pulizia Sede

Alfiere e Resp. Aree Verdi

Addetto manutenz. Cippo, Fiori e Manifestazioni

Manifestazioni, Sport e Cuciniere

Economo e Cuciniere

Resp. Sede e Cucina

Cuciniere e Pulizia Sede

Madrina del Gruppo

Augelli Carlo

Restignoli Roberto

Torroni Roberto

Tassi Pino

Fiumana Tonino

Bolognesi Foscolo

Camorani Giancarlo

Galeotti Bruno

Oronti  Guido

Zavatti Laura

Capigruppo

Zavatti Geom. Pio
Cimatti Vittorio
Tartagni Vanni
Maretti Guerrino
Bonfiglio Mario
Augelli Carlo
1974 – 1994
1994 – 1997
1997 – 2000
2000 – 2013
2013 – 2022
2022 – 

Pio Zavatti

Pio Zavatti è nato a Forlì il 18 Maggio 1917.

 

Soldato di leva nel 1937 viene ammesso, quale aspirante allievo ufficiale, alla scuola di Bra e viene nominato Ufficiale di Complemento nell’Area di Artiglieria Alpina il 12 Dicembre 1938.

Viene richiamato alle armi il 10 Aprile 1939. A Belluno viene inquadrato nel 5° Art. Alpina ed il 13 Settembre viene inviato in Albania occidentale con la 5° divisione Alpina “Pusteria con cui partecipa a tutti i fatti d’arme  compresa la dolorosa battaglia di Pljevlja da tutti ritenuto, sul fronte balcanico, il più importante evento bellico del periodo che va dal luglio ’41 al luglio ’42.

Ritorna a casa in licenza, dopo circa un anno di permanenza in Albania, ed il 28 novembre 1940 riparte e si imbarca a Brindisi per ritornare al Reggimento. Sbarca a Valona il giorno successivo e, da questo momento, prende parte alle operazioni di guerra alla frontiera Greco-albanese e successivamente, dal 5 gennaio del 1942 all’8 settembre 1942 alla guerra in Montenegro.

Nel frattempo viene nominato tenente (1942) ed il 20 novembre 1942 viene inviato in Francia con la Divisione Pusteria dove rimane sino all’8 Settembre ’43.

Dopo l’8 settembre cerca di ritornare in Italia ma viene catturato dai Tedeschi a Grenoble e viene destinato ad un campo di concentramento in Germania. Viene caricato in treno ma, assieme ad altri quattro commilitoni, riesce a fuggire facendosi rotolare nella scarpata dal treno in corsa dopo che aveva trovato un’uscita dalla torretta del vagone.

Da questo momento è un continuo vagare senza meta e con la paura di essere nuovamente catturato. Ma viene aiutato dalla Resistenza francese e trova riparo in una casetta dove una donna anziana lo accudisce e lo nasconde. Comincia quindi a collaborare con la Resistenza sotto falso nome e con falsi documenti sino a quando decide di tentare di ritornare in Italia. Il rischio è però molto alto e non può certamente passare per le zone controllate dai tedeschi. Ed allora decide, assieme agli altri quattro amici, di attraversare le Alpi con gli sci!

Camminando di notte e riposando di giorno riesce ad arrivare in Italia nonostante un incidente gli abbia rotto uno sci ed abbia dovuto fare parte del percorso in condizioni di assoluta precarietà. Ma il più è fatto e riesce a raggiungere la famiglia e ad aspettare l’imminente fine della guerra.

Pio Zavatti viene quindi nominato Capitano nel 1947 e, a decorrere dal 1° luglio 1959, gli viene concesso il grado di 1° Capitano.

Al 1° Capitano Pio Zavatti sono state conferite 3 Croci al merito di guerra per le operazioni compiute in Albania e Montenegro.

 

Enrico Panzavolta
Fonte: Stato di servizio rilasciato
dal Distretto Militare di Forlì.
Sig.ra Vescovi Anna ved.Zavatti
Sig.ra Laura Zavatti

PLJEVLJA E LA DIVISIONE PUSTERIA
“………

Pljevlja, battaglia così dura, così aspra e difficile, così ignorata, sembra quasi il simbolo della Divisione che la combatté: la 5a Divisione alpina “Pusteria”, che ha offerto il sacrificio dei suoi splendidi alpini ( 7° e 11° reggimento, 5° artiglieria da montagna, 5° battaglione genio alpino) in Albania, Grecia e Montenegro, senza che se ne parlasse mai, o quasi mai. Un destino umile, servizio, dovere, naja………”

 

Così scriveva Vitaliano Peduzzi nel commemorare l’anniversario della battaglia di Pljevlja.
Pljevlja, caposaldo del Montenegro, era presidiata perlopiù dalla “Pusteria” e fu il luogo in cui, la notte del 1° dicembre 1941, i partigiani jugoslavi attaccarono in forze le linee difese dagli alpini: sedici ore di battaglia durissima, con assalti e contrassalti, corpo a corpo. Alla fine gli jugoslavi si ritirarono, lasciando sul campo fortissime perdite, almeno quante ne ebbero gli alpini della eroica “Pusteria”.
I nostri Caduti vennero composti in un improvvisato cimitero segnato da una grande Croce. Nelle settimane successive questo luogo venne spianato dal nemico: un’azione barbara quanto inutile, difficile da dimenticare.

Da “L’alpino”
g.g.b. 2002

Il Gruppo Alpini di Forlì intestato al 1° Cap. Pio Zavatti

Una giornata particolarmente tiepida e soleggiata ha fatto da cornice, sabato 2 dicembre, ad una manifestazione che tutti gli alpini di Forlì hanno voluto per intitolare il Gruppo al compianto Pio Zavatti, capogruppo dal 1974 al 1994.

Hanno presenziato alla cerimonia numerosi gagliardetti dei Gruppi vicini e i Labari delle Associazioni d’Arma.

Alla presenza del Presidente della Sezione Bolognese/Romagnola Gianfranco Cenni, del Capogruppo Guerrino Maretti e dell’Assessore del Comune di Forlì Gabriele Zelli, tra l’altro “Amico degli Alpini”, si è svolta una semplice cerimonia presso la Sede del Gruppo. Dopo l’Alzabandiera e la deposizione di una corona ai Caduti presso la lapide che Li ricorda, si è proceduto allo scoprimento della targa, da parte della vedova Sig.ra Anna e della figlia Laura, che denomina il Gruppo Alpini di Forlì “1° Cap.Pio Zavatti”.

Sono quindi seguite le allocuzioni da parte del Capogruppo Maretti, dell’Assessore Zelli che ha ricordato la figura di Pio Zavatti ed infine ha preso la parola il Presidente della Sezione Gianfranco Cenni. Egli ha ricordato, tra l’altro, che Pio Zavatti, Presidente della Sezione dal 1982 al 1986 e capogruppo di Forlì dalla ricostituzione del 1974 al 1994, ci ha lasciato un enorme patrimonio di umanità e di alpinità e la commozione che suscita in noi il ricordo non è altro che l’affetto e la riconoscenza che tutti i suoi alpini gli dimostrano oggi a distanza di un anno esatto da quando è “andato avanti”.

E sull’onda della commozione che si leggeva benissimo sul viso di tanti alpini presenti si è conclusa la cerimonia di intitolazione del nostro Gruppo, certi che la memoria di questo Alpino e di questo Uomo ci accompagnerà nel prosieguo del nostro cammino di alpini.

 Enrico Panzavolta
Forlì 2 Dicembre 2006

Pio Zavatti Photogallery

La nostra Storia

Anno 1974
Nel 1974, esattamente sabato 30 novembre, si realizza la ricostituzione del Gruppo Alpini di Forlì. Sotto la presidenza di Pio Zavatti, Capogruppo dal 1974 al ’94, il gruppo si rafforza e le iniziative si moltiplicano.
Anno 1975-1976
Nel 1975 viene organizzato a Forlì il 6° Campionato Nazionale di Tiro a Segno, nel ’76 vengono donati alla Casa di Riposo due letti ortopedici.
Tante le opere di solidarietà a favore di anziani e di bambini. Le più salienti: Befane e manifestazioni varie e favore dei bimbi dell’Istituto Don Facibeni di Galeata, addestramento di dieci cani-guida per ciechi; offerta di un viaggio negli USA, esattamente a Filadelfia, ad una bimba affetta da una grave malattia; visite periodiche alle Case di Riposo per allietare gli ospiti.
Anno 1981-1983
Nel triennio ’81 – ’83 il Gruppo ha l’onore di avere,nella persona di Pio Zavatti, la Presidenza della Sezione Bolognese/Romagnola.
Anno 1989
Nel 1989 iniziano i lavori di pulizia con relativa segnaletica del Sentiero degli Alpini lungo i 54 Km. di crinale; i lavori durano tre anni.
Anno 1992-1993
A fine ’92 viene inaugurato il Monumento degli Alpini presso il Cimitero Monumentale e dal 1993, l’ultima domenica di gennaio, viene commemorata la battaglia di Nikolajewka e tutti gli alpini Caduti.
Nel ’93 la rivista Airone premia gli alpini forlivesi con la targa “Airone d’Oro” quale migliore iniziativa in campo ambientale a livello nazionale.
Anno 1994
Nel 1994 Pio Zavatti lascia la carica di Capogruppo e diviene Presidente Onorario: gli succede Vittorio Cimatti.
Anno 1996
Nel ’96 il Gruppo partecipa attivamente ai soccorsi della popolazione piemontese colpita dall’alluvione.
Anno 1997
Nel 1997 nuovo Capogruppo è Vanni Tartagni che prosegue nell’attività ormai codificata: collaborazione con Avis ed Anffas ed altre attività benefiche.
Anno 1998
Nel ’98, alla presenza delle massime Autorità cittadine, viene inaugurata la Sede Sociale sita nel quartiere Cava, in un locale concesso dal Comune di Forlì con l’impegno di curare il parco attiguo.
Anno 2000
Nel 2000 viene eletto Capogruppo Guerrino Maretti: gli impegni sociali vengono ulteriormente incentivati prestando particolare attenzione ai bimbi delle scuole materne ed elementari con vari progetti di coinvolgimento, sino all’organizzazione del Raduno Sezionale previsto per settembre del 2003.
Anno 2003
Il 13 e 14 settembre 2003 ha avuto luogo il Raduno Sezionale, manifestazione che ha coinvolto tutta la cittadinanza ed ha ottenuto il plauso delle massime Autorità convenute.
Nell’anno sociale 2003 sono 182 i soci regolarmente iscritti al Gruppo Alpini di Forlì, comprendendo anche 12 soci aggregati come “Amici degli Alpini”.

La Preghiera dell'Alpino

La storia della Preghiera dell’Alpino

Riteniamo cosa utile informare i nostri lettori sulla genesi della Preghiera dell’alpino, oggi al centro di un positivo dibattito che ha preso le mosse da una lettera di don Valentino Quinz, già cappellano del 6° Alpini, apparsa nel numero di settembre 2005 nella rubrica “Lettere al direttore”.
L’articolo è un libero adattamento del pezzo comparso in “Genova alpina” nel numero di maggio-agosto 2005: ripreso da un precedente articolo apparso su “La più bela fameja” della sezione di Pordenone a fine 2004

  • 1947: ritrovamento nell’archivio della famiglia del colonnello Gennaro Sora, deceduto nel 1949 dopo un’avventurosa vita spesa al servizio della Patria sull’Adamello, alle isole Svalbard (impresa Nobile), in Africa Orientale, in prigionia in Kenia, di una lettera alla madre in data luglio 1935. In essa compare una sua preghiera elaborata per gli alpini dell’Edolo, battaglione da lui comandato, nella quale numerose sono le frasi poi diventate patrimonio di tutti gli alpini in armi e in congedo.
  • Nel 1943 tale preghiera, quasi nella forma attuale, circolava tra gli alpini del battaglione Val d’Adige, per l’interessamento del cappellano, padre Enrico Bianchini. Il testo, datato 1° settembre 1943 è conservato presso il Centro Studi ANA (segnalazione in data 4 luglio 2006 del col. alpino ris. Gioacchino Gambetta della sezione di Tirano).
  • 11 ottobre 1949: don Pietro Solero, grande figura di sacerdote, di alpino e di alpinista, cappellano del 4° alpini, in un incontro con l’ordinario militare, mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, propone di “Ritoccare e di rimodernare la preghiera e di concedere la facoltà di recitarla dopo la Messa in luogo della Preghiera del Soldato”.
  • 21 ottobre 1949: mons. Ferrero approva e il vicario generale, mons. Giuseppe Trossi comunica il nuovo testo della preghiera a tutti i comandanti alpini. Essa è quella nota a tutti noi e tuttora recitata dagli alpini in congedo iscritti all’ANA.
  • 1972: mons. Pietro Parisio, cappellano capo del 4° Corpo d’Armata alpino, chiede e ottiene dall’ordinario militare, mons. Mario Schierano, di sostituire alcune frasi ritenute non più consone al momento che l’Italia sta vivendo. Perciò il “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana…” diventa “Rendici forti a difesa della nostra Patria e della nostra Bandiera”.
  • 15 dicembre 1985: il testo così modificato è definitivamente approvato per cui la nuova Preghiera dell’alpino diventa ufficiale.
  • Metà anni ’90: il presidente Caprioli chiede e ottiene dal CDN che la preghiera sia recitata, nella forma originale del 1949 quando le cerimonie sono celebrate in presenza di soli iscritti all’ANA e nel testo modificato nel 1985 in presenza di reparti alpini alle armi che non possono evidentemente contravvenire a ordini.
  • 6 settembre 2007: l’Arcivescovo Ordinario Militare, Mons. Vincenzo Pelvi, ha reinserito, nel testo della preghiera modificata nel 1985 (quella, per intenderci, recitata dagli alpini in servizio) il riferimento alla  “nostra millenaria civiltà cristiana”. Per gli alpini in servizio, dunque, il “Rendici forti a difesa della nostra Patria e della nostra Bandiera” diventa “Rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera, della nostra millenaria civiltà cristiana”.